Compagni di strada

Uno dei motivi del rifiuto del Movimento 5 Stelle a stringere alleanza con i “vecchi” partiti è la presenza nelle loro fila di inquisiti e condannati. L’argomento non è solidissimo, ma è comunque molto popolare.

Il leader dell'Ukip, Niegel Farange

Il leader dell’Ukip, Niegel Farange

Un’alleanza però i 5 Stelle l’hanno stretta in Europa, con Nigel Farange («simpatico e non razzista») validandola con una consultazione in rete. Una scelta obbligata per avere rappresentanza nel Parlamento europeo a dimostrazione che, in politica, il compromesso, a volte, è necessario. Almeno quando la posta in gioco è partecipare effettivamente ai lavori delle commissioni e incassare una ventina di milioni di finanziamenti, perché la politica costa.
L’esponente di maggior spicco dell’Efd (The Europe of Freedom and Democracy) è certamente Niegel Farange leader dell’Ukip inglese che, secondo la stampa britannica, sarebbe sotto indagine per aver incassato rimborsi irregolari per circa 200mila sterline e per questo rischierebbe perfino la condanna a un anno di carcere. «Una notizia di stampa tutta da verificare», obiettano i 5 Stelle scoprendosi improvvisamente garantisti e mettendo in dubbio l’autorevolezza di Times e Guardian.
C’è fra gli Efd anche Kristina Wunberg, dei Democratici svedesi (i cui militanti, fino al 1988, indossavano alle riunioni di partito l’uniforme nazista) che, secondo la stampa locale, sarebbe egualmente sotto inchiesta per aver spacciato una sua vacanza in Mozambico come impegno a favore di una organizzazione umanitaria. Inchiesta in corso, si vedrà.
Conclusa, invece, quella che riguardava un altro esponente di spicco di Efd, Roland Paksas, lituano di Ordine e Giustizia. Lo si direbbe un campione della “vecchia” politica visto che è stato premier e presidente. Carica che ha però perso, nel 2004, perché finito davvero sotto quell’impeachment che i 5 Stelle ad altri vorrebbero riservare. Era accusato di essersi fatto finanziare la campagna elettorale da un oligarca russo a sua volta in contatto con la mafia (quella russa, non quella di Palermo).
Molto più “simpatica” la ex Front National Joelle Guerpillon che, non odiando gli immigrati, Marine Le Pen voleva costringere ad abbandonare il seggio, ma che ha rifiutato di adeguarsi a quel vincolo di mandato che tanto piace a Grillo da imporlo ai suoi rappresentanti pena multe salatissime.
Ma non c’è da preoccuparsi, sono solo compagni di strada, solo 4 su 48, e i 5 Stelle sapranno tenere le distanze. Le dimissioni non le chiederanno, perché altrimenti il gruppo Efd non esisterebbe più. Un altro “prezzo” da pagare alla politica.