L’Impero del Nord

La comparsa “a tradimento” del «Berlusconi Presidente» sul simbolo elettorale del Pdl, ha innescato un surreale dibattito sul tema «presidente» di cosa? Del Pdl, obietta Maroni interpretando a proprio favore il contenuto dell’accordo faticosamente siglato col Cavaliere che prevedeva la sua rinuncia alla premiership. Della coalizione, suggeriscono gli azzurri, egualmente timorosi di rimettere in discussione il patto sul quale fondano la propria rivincita elettorale. Entrambi dimentichi che quando e se, in caso di vittoria, si dovesse “suggerire” al Presidente Napolitano il nome del Presidente del Consiglio, sarebbe ragionevolmente quello di chi ha preso più voti all’interno della coalizione ed è facile previsione che Berlusconi incassi più consensi di Maroni che peraltro non è nemmeno candidato al Parlamento nazionale.

Roberto Maroni

Roberto Maroni

La vicenda ricorda le dispute che si accendevano nel Sacro Romano Impero dove erano tutti Principi, ma fra loro diversamente «elettori», «abati», «vescovi», «duchi», «margravi», «langravi»… E che, prima di eleggere il “vero” imperatore (che poi, generalmente, muoveva guerra al Papa, ma questo è un dettaglio), regolavano i dissidi con la, spesso nient’affatto pacifica, «annessione», regolata dalla Riforma del 1495 (Reichsreform) in base alla quale uno stato imperiale se ne poteva annettere un altro, ottenendone integralmente titoli nobiliari e poteri. Ed erano perfino meno i principi tedeschi (solo 11) dei “principi” coalizzati attorno al, forse, imperatore Berlusconi.

Analogie che si confermano leggendo, nell’intervista che Roberto Maroni ha concesso al Corriere della Sera che «un minuto dopo il mio insediamento (alla presidenza della Lombardia, ndr.), insieme con i presidenti Roberto Cota, Luca Zaia e, se vuole, Renzo Tondo, costituiremo un nuovo soggetto istituzionale di rappresentanza dell’Euroregione che si batterà con Roma in tutte le circostanze in cui occorrerà farlo».

A prescindere che «un soggetto istituzionale» si crea con una legge fors’anche di rilievo costituzionale, visto che si gioca con gli articoli 5, 52 e 54, e che, se si trattasse solo di un coordinamento politico, non si capisce cosa abbia impedito alla Lega di promuoverlo quando era al governo del Paese, se Maroni pensasse davvero di creare così la sua Prussia, dovrà mettere in conto qualche difficoltà. Per esempio, sconfiggere i francesi, gli svedesi, i polacchi e i russi,  muovere guerra all’Austria (alleandosi con l’Italia, guarda un po’), farsi protestante e promuovere l’immigrazione degli ugonotti.

Un vasto programma, si direbbe con De Gaulle, soprattutto perché Cota, Zaia e Tondo non hanno esattamente il profilo degli Junker.