Ite, missa est

«S. Messa quaresimale del Papa con noi. Paramenti viole, canti essenziali, il richiamo di riconoscerci peccatori e invocare la Misericordia divina». E’ questa la sintesi che Roberto Formigoni ha affidato a twitter dopo aver ascoltato con 500 “colleghi” l’omelia di Francesco.

Roberto Formigoni

Roberto Formigoni

Un quadro ricco di dettagli d’ambiente nell’osservazione dei quali l’ex presidente della Lombardia ora senatore ed esponente di punta del Nuovo centro destra, ha evidentemente perso alcune battute del Papa: «I peccatori saranno perdonati. I corrotti no». Sono 43 caratteri, meno di quanto non gli siano serviti «per invocare la Misericordia divina». Avrebbe perfino potuto insistere nella citazione: «Non scaricate sul popolo pesi che voi non sfiorate neppure con un dito»; o, ancora: «Il lamento di Dio verso un popolo che non lo ascolta investe prima di tutto le classi dirigenti, sia ecclesiali che politiche».
Un monito che, certamente, non riguardava Formigoni (come è noto, è «puro come acqua di fonte»), ma che potrebbe esser stato indirizzato a qualche suo collega o sodale: un ancora (im)penitente memor domini non dovrebbe dimenticarselo.
Da lui più che un tweet, ci aspettavamo che chinasse almeno il capo fissando le sue celebri scarpe di coccodrillo blu.


Contro-passato prossimo

Solo Matteo Salvini sembra prendere quasi sul serio sul serio l’ultima “provocazione” lanciata sul suo blog da Bebbe Grillo: «Recuperare l’identità di Stati millenari, come la Repubblica di Venezia o il Regno delle due Sicilie» riconoscendo che l’Italia post unitaria altro non è che«un’arlecchinata di popoli, di lingue, di tradizioni che non ha più alcuna ragione di stare insieme».

L'Italia dopo la Pace di Lodi

L’Italia dopo la Pace di Lodi

La qualità dell’interlocutore molto racconta della bontà del progetto. Ma l’aspetto veramente sorprendente è vedere a corredo dell’invettiva di Grillo una mappa dell’Italia politica rinascimentale, diremmo attorno al 1454 quando i confini dei suoi stati vennero fissati dalla Pace di Lodi il cui grande tessitore fu, curiosamente, un fiorentino, Lorenzo de’ Medici, il Magnifico.

Le sue “astuzie” salvarono però l’Italia “reiventata” da Beppe Grillo per soli 40 anni: poi vennero le guerre e gli imperatori e il «Franza o Spagna purché se magna» che, con la successiva e autorevole partecipazione austriaca, durerà fino al 1866 . Una prospettiva di lungo periodo che gli improvvisati “separatisti” contemporanei dovrebbero tenere in qualche conto, perché anche allora in Europa c’era chi viaggiava un po’ più in fretta degli staterelli dei granducati e delle repubbliche.

Se invece si vuole solo fare spettacolo, si dovrebbe attendere con ansia un commento dal Vaticano: nell’invocato ritorno al passato remoto, Grillo è proprio sicuro che Francesco si troverebbe a suo agio nei panni del Papa Re? Perché, anche nell’Italia rinascimentale c’era lo Stato della Chiesa, vasto, pessimamente amministrato, ottusamente clericale (per evidenti ragioni “istituzionali”) nel quale il sommo Pontefice esercitava con buon diritto il suo potere temporale. Un “futuro” che non si augurerebbero certo neanche Oltretevere.

Anche alla storia controfattuale, alle geniali fantasie letterarie alla Contro-passato prossimo di Guido Morselli, quando si fa politica bisogna porre dei limiti, magari perdendo un po’ di tempo leggendo dei “noiosissimi” libri di storia.