“Uberizzati”

Dal punto di vista dei consumatori, la comparsa sul mercato di Uber ha semplicemente ampliato l’offerta di trasporto pubblico.

taxiDal punto di vista degli operatori di trasporto pubblico ha inserito un elemento di concorrenza imprevisto e sgradito. La reazione è stata a dir poco vivace e alla richiesta di nuove tutele si sono accompagnati scioperi più o meno selvaggi, minacce e intimidazioni che, pur se formalmente condannate dalle maggiori sigle sindacali, non hanno certo fatto onore alle categoria.

Che ha finalmente deciso di affrontare i concorrenti sul loro stesso terreno lanciando un’applicazione per la telefonia mobile, It Taxi.

Il suo sviluppo (affidato alla friulana Microteck) è stato promosso dall’URI (Unione Radiotaxi d’Italia), la maggior organizzazione di auto bianche italiane che conta circa 10mila aderenti in 40 città. Proprio come Uber e i servizi di car-sharing,  la nuova applicazione (per Ios e Android) è basata sulla teconologia di geolocalizzazione Gps. L’obiettivo è mettere in contatto in tempo reale i tassisti con i clienti in una quarantina di città, fra cui Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli, Palermo consentendo di prenotare e pagare la corsa in modalità del tutto wireless. Sarà anche possibile scegliere il tipo di auto, un tassista che parli inglese, preventivare il costo della corsa (ma solo da fine anno) pagare via Pay Pal (non ancora le carte di credito) o, per le utenze aziendali, farsi addebitare la corsa in conto.

A Milano c’è gia EzTaxi che offre un servizio analogo, ma vi aderiscono solo 300 auto bianche e la disponibilità della nuova applicazione potrebbe allargare l’offerta.

Dovrebbe se si volesse sfidare la concorrenza su un piano meno “giuridico”, se non addirittura “fisico”, di quanto non sia avvenuto fino ad oggi sfruttando l’incrocio fra nuove tecnologie e prezzi che per il tradizionale taxi restano più bassi di quelli di Uber. Comunque un vantaggio per l’utente